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Giorni felici

Immagine del redattore: SilviaSilvia



Riparare alla distanza e prepararsi a celebrare la fine della scuola. Se davvero questo saluto sarà senza abbracci, fotografie, feste, rituali, bisognerà iniziare a pensare a come accompagnare bambini e ragazzi a giugno.

Io ho pensato a questo. Nel libro "Poesie della notte, del giorno, di ogni cosa intorno" (Topipittori) c’è un breve testo che parla dei giorni indimenticabili. Dice così.


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Giorni che si stampano come piedi sulla sabbia, come baci sulla guancia fanno schiocchi sonori. Li tiri fuori quando vuoi, non li dimentichi perché non puoi.

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Marina Marcolin lo ha illustrato mettendo al centro della pagina un barattolo trasparente in cui sono conservate piccole cose sfuggenti. Ricordano le piume o il pappo di un soffione. Del resto, la felicità è leggera. Per un momento imprime la sua forma, fa sentire il suo calore e il suono della sua voce. Poi sembra fuggire via. Sappiamo tuttavia che possiamo ritrovarla. Ce ne accorgiamo quando ci torna in mente un gioco che abbiamo fatto a scuola, un modo di fare di un amico, una risata, una scoperta, un’esperienza che ci è piaciuta, una lettura, un’uscita. Possiamo allora fare un gioco. Scegliete una carta leggera, bianca o colorata. Se volete disegnateci delle piume, foglie, fiori usando le matite colorate o gli acquerelli. Da questa bella carta disegnata, tagliate tre piccoli biglietti.


Ora potete scrivere tre ricordi dei vostri momenti felici a scuola, rapidamente, così come vi vengono in mente altrimenti voleranno via di nuovo e non riusciremo a prenderli. Basterà una semplice frase per ciascun biglietto. Una semplice frase ma precisa. È proprio quel momento che volete ricordare, non un altro. Cogliete un particolare, un nome. Potete anche farvi aiutare nello scrivere. Poi prendete un barattolo di vetro e infilateci dentro i vostri ricordi felici. Mettete nel barattolo qualcosa di leggero come fiori, fili d’erba, piume o foglie.


Se l’idea vi piace, fotografate il vostro barattolo e i biglietti per condividerli con la classe. O, ancora meglio, provate anche a distanza a leggerli insieme a loro. A turno ciascuno può aprire il barattolo e sceglierne uno. È un bel gioco per sentirsi più vicini e per ridere insieme. I giorni felici ci ricorderanno la scuola. Quella vera, che ci aspetta non appena saremo pronti a tornare. Con i nostri giorni felici, messi insieme e mescolati, potremo anche scrivere una lunga poesia collettiva. Quella della nostra classe che non si dimentica perché non può.





(In questo libro ci sono tante altre poesie che possono essere d’aiuto nel desiderio di condividere esperienze e il sentire dei bambini e dei ragazzi.

Ce n’è una sulla noia nel fare i compiti, una su un pomeriggio lento lento in cui nessuno viene a chiamarci o gioca con noi, una sul costruire una piccola tenda in casa, un’altra sul guardare la luna, sul momento in cui ci si addormenta o sulla colazione, sullo stare all'aperto ora che si potrà tornare a farlo… La poesia può accompagnare questo tempo, come tutti gli altri)

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